Post

Visualizzazione dei post da 2010

Una Compilazio gonfia di furore e oscenità

Immagine
L’ispirazione per questa quarta puntata di Radio Carlonia ce la fornisce l’uscita del libro “We never Learn” (The Gunk Punk undergut, 1988-2001) ad opera del cantante dei New Bomb Turks , Eric Davidson . Il tomo, ancora inedito in Italia,  vuole essere una panoramica - non esaustiva - di quel (non) movimento che snobbando il revisionismo troppo disciplinato anni ottanta ( Fuzztones in primis) e dribblando le pepite di Jac Holzman , riscopriva il garage più selvaggio e primordiale, eleggendo a proprio “necronomicon” sonoro le raccolte “ back from the grave ” , i dischi dei Cramps e l’opera omnia dei Troogs Di questi ultimi, recuperiamo la cover del pezzo proto punk per eccellenza: la Louie Louie di Richard Barry, già opportunamente stuprata tre anni prima dai Kingsmen. Le Chitarre recitano, stolide e tronfie di distorsioni, tre accordi, la batteria imposta il ritmo inesorabile di una schiacciasassi con il freno a mano tirato e il tutto viene surriscaldato a temperature di inferno da

Press Eject and give me the compilazio

Immagine
L’immagine allegra della copertina di questa terza uscita di radiocarlonia [1] ben si accorda con il mood del lato A della vostra busta sorpresa musicale preferita. Apertura affidata alla title track del disco 2010 numero 2 per il sottoscritto [2] . Tasti di pianoforte colpiti con l’entusiasmo di un malato terminale con le dita che pesano un quintale l’una ed un verso iniziale “Vorrei veramente cambiare il mondo, ma non riesco neanche a cambiarmi le mutande” capace di stendere persino il Foreman prima della conversione religiosa. Non è che nel ritornello le cose vadano meglio, ma almeno subentra un arrangiamento da Hunky Dory sotto dosi massicce di Escitalopram, in grado di rendere esaltante il tuffo nell’orrido dell’anima lacerata dalle cattiverie vomitate addosso alla poco probabile futura regina di Danimarca. Si continua con l’elegante cabaret mitteleuropeo di Neil Hannon , protagonista lo scorso 8 dicembre di un bel concerto in quel del circolo degli artisti, accompagnato, in gui

Iniziate la compilazio come un gioioso atto di suicidio

Immagine
Non ci sono dubbi che milioni di anni dopo che il sole avrà smesso di bruciare, una vibrazione della civiltà umana continuerà ad oscillare in perpetuo movimento, sottoforma di spettro elettrico in giubbotto di pelle e teschio fiammante, costretto in eterno in una danza epilettica in quello che i nostri sensi interpretano come un cimitero di auto e lamiere. Un ritmo idiota come il ghigno stampato sul volto del fantasma, bordate di tastiere che replicano il suono dell’apertura dei cancelli di un’acciaieria, sciorinare di versi con la convinzione di un bonzo rinchiuso in una cella imbottita. Prendendo spunto da un fumetto  mica tanto di serie bis della Marvel (ci lavorano artisti del calibro di Thomas, Wolfman e persino un giovane Byrne), i Suicide , Alan Vega e Martin Rev , nel 1977 aprono il loro omonimo debutto, consegnando alla storia una dei più gioiosi manifesti apocalittici dai tempi di San Giovanni. E con un immaginario da fine del mondo, meglio se condito da visioni industriali,

Radio Carlonia, I Presume

Immagine
Riavvolgimento indietro della cassetta   Grigio autunno londinese del 1979. Oxford street. 100 Club. Coprire un buco dello show diventa l’occasione per la gracile Susan di conquistarsi un posto sotto i riflettori. Poco importa che lei ed il suo gruppo sappiano a malapena accendere gli amplificatori. Figuriamoci suonare. Venti minuti di devastante improvvisazione sul testo di  pater nostrum , con un drumming sgangherato ad opera di un ragazzetto sciupato, che da lì a poco sarà destinato a diventare l’icona sacrificale del movimento iconoclasta per eccellenza. Quella sera il Gotha britannico del punk – Buzzcock, Damned, Clash e Sex Pistol - da il benvenuto alla non ancora reginetta gotica Siouxsie, ai suoi Banshees e al post punk tutto. Avanti veloce di oltre trent’anni. Il 100 Club annuncia la chiusura dei battenti. Jeff Horton, il proprietario, non riesce a coprire i costi dell’affitto. Dall’altro lato dell’oceano, un altro pezzo di storia musicale, il CBGB, teatro d’esordio, tra gli