Press Eject and give me the compilazio

L’immagine allegra della copertina di questa terza uscita di radiocarlonia[1] ben si accorda con il mood del lato A della vostra busta sorpresa musicale preferita. Apertura affidata alla title track del disco 2010 numero 2 per il sottoscritto[2]. Tasti di pianoforte colpiti con l’entusiasmo di un malato terminale con le dita che pesano un quintale l’una ed un verso iniziale “Vorrei veramente cambiare il mondo, ma non riesco neanche a cambiarmi le mutande” capace di stendere persino il Foreman prima della conversione religiosa. Non è che nel ritornello le cose vadano meglio, ma almeno subentra un arrangiamento da Hunky Dory sotto dosi massicce di Escitalopram, in grado di rendere esaltante il tuffo nell’orrido dell’anima lacerata dalle cattiverie vomitate addosso alla poco probabile futura regina di Danimarca. Si continua con l’elegante cabaret mitteleuropeo di Neil Hannon, protagonista lo scorso 8 dicembre di un bel concerto in quel del circolo degli artisti, accompagnato, in guisa minimalista, solo dalla pianoforte o dalla chitarra acustica. Solitamente ironico e frizzante come un John Cleese privo di cattiveria, l’irlandese presta qui il suo pop orchestrale al ritratto toccante della fanciulla perfetta, amante dei pub e dei 45 giri. Ma il finale sarà amaro, da “ragazza del bagno pubblico”, solo che qui il bagno è privato…Nulla rispetto alla sorte che aspetta il protagonista – criminale condannato a morte- della murder ballad perfetta “The Big Sleep”: il re inchiostro a braccetto con l’uomo in nero, per un pezzo che sembra  prodotto dalla 4 AD. Si continua con le atmosfere soffocate e teatrali dei Dead Science con “Throne of Blood (the Jump Off)” l’arpa all’inizio viene cacciata malamente dal nervoso incedere di violoncello di Jherek Bischoff, mentre con fare viscido e sinuoso come efebo Patrick Bateman, Sam Mickens recita i suoi versi oscuri su samurai e mutanti di casi marvel. Inevitabile riprendere fiato con gli Smiths, maestri nell’affrontare il cane nero di Churchill con ironia e garbo. Fare scorrere in loop i riff scoppiettanti di Johnny Marr per credere. Poi entra in scena il Moz e il resto è storia. Si rimane in Inghilterra nell’impietoso ritratto della piccola borghesia di “Two sisters”,  con le rapide note di clavicembalo che accompagnano le voci dei fratelli Davies, al riguardo dei quali, tra la sorella che sa la gode e quella “incastrata” dagli obblighi familiari non abbiamo dubbi a chi vadano le preferenze di Dave e Ray, specie nel refrain dove la vena più rochenroll dei kinks emerge con tutta la sua verve, con quella batteria metronomica che ricalca l’infrangersi dei piatti per l’ultimo slancio di libertà. Cambio di facciata, cambio di umore con la guascona “Serious” di Richard Hawley, già turnista di lusso per Pulp, Nancy Sinatra e (vabbè) Robbie Williams. Nel 2007 il nostro, mai così influenzato dall’amico Jarvis Cocker, riduce la melassa del precedente “Coles Corner”, aggiunge dosi di brio e malizia e un sacco di strumenti per il suo capolavoro “Lady’s Bridge”, rappresentato qui dala frizzante “Serious“, da fischiettare mentre tornate a casa, in queste maledettamente fredde notti di dicembre, dal vostro clubbino di gentlemen, ruotando il bastone da passeggio, carichi di brandy e con il tasca il fazzoletto della vostra ultima conquista. E se con la pollastra vi va peggio che all’amico del “mutual friend”, non disperate, basta un trapianto di cuore e la ruota ricomincia a girare. Il dott.Stephen Merrit vi spiega come, tirando fuori la ricetta da “69 love songs”: Pochi accordi, un tamburello qua, un ukulele là e un timbro da crooner gaio per saltare come nuovi, magari sul giro saturo, gonfio e tremendamente catchy di "Theme de YoYo". Apparentemente innocuo giocattolo, lo YoYo può trasformarsi in micidiale arma di sterminio in mani opportunamente abili. Ben lo sanno personaggi del calibro di Paul, Gan-Chan e i membri della a cinematic orchestra, che qui gli dedicano un pezzo del loro lavoro “A man with a movie camera” . E se neanche l’irruzione prepotente dei fiati vi convince a muovervi, se proprio non  riuscite a scuotervi la malinconia invernale, non rimane che, arrotolarsi nella più calda coperta di lana, recuperare gli acquerelli intinti di delay di Vini Reilly e dare forma ad un abbozzo di estate nel sonno più composto e sereno.


Charlie "Aguirre" Scarpino



[Compilatio non più disponibile :-(]
Traccia (Gruppo; Album)

01.Queen of Denmark (John Grant; Queen of Denmakr) 
02.Our mutual friend (The Divine Comedy; Absent Friends) 
03.The big sleep (Murder by death; In bocca al lupo) 
04.Throne of blood (the jump off) (The dead science; Villainaire) 
05.Girl Afraid (Smiths; Hatful of hollow) 
06.Two sisters (Kinks; Something else by the kinks) 
07.Serious (Richard Hawley; Lady's Bridge) 
08.I Think I need a new heart (Magnetic Fields; 69 Love Songs) 
09.Theme de yoyo (The Cinematic Orchestra; Man with a movie camera) 
10.Sketch for summer (The Durutti Column; The Return of the Durutti column)  


[1] Ad opera del sempre valido Dave McKean
[2] Per sapere quale sia il primo andate a recuperare l’imprescindibile articolo precedente, Schnell!

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