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Visualizzazione dei post da agosto, 2011

Contro la prepotenza del cocomero

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Nei lontani e ridenti anni universitari, quando la musica principalmente significava per me Punk e New Wave , bisognava sorbirsi i sorrisetti di scherno e superbia dell'indieboy (di indiegirl sempre troppo poche...) di turno, che puntualmente tirava fuori un misterioso (per il sottoscritto) trio norvegese, il cui talento assoluto, l'induscutibile tecnica e la capacità di anticipare i tempi erano – a suo dire - la pietra di paragone per giudicare la qualità di un gruppo. Considerando la mia istintiva repulsione per il prog, i gruppi troppo prolifici e l'inquietante ritratto che campeggia sulla copertina di let them eat cake, tale e quale al bastardo che anni dopo mi darà una pista in piscina, me ne ero sempre tenuto alla larga. Questo fino a quando in una trasferta nerdica, un mio amico mette su black hole/black canvas. Che non sarà considerato un capolavoro dai pitchforkiani più incalliti e che magari non anticipa un tubo nel suo incedere classicamente psic